Separazione e divorzio: diritti e doveri

 

 

separazione e divorzioIn caso di separazione (e di divorzio) ci sono molto aspetti da considerare che senza l’assistenza legale potrebbero essere pericolosamente sottovalutati

Separazione e divorzio, da un punto di vista legale, non sono la stessa cosa, benchè i due concetti possano essere equivalenti. La separazione non mette la parola “fine” al matrimonio. Pertanto, i coniugi restano legalmente sposati, con tutto ciò che comporta. In alcuni tipi di separazione non c’è più l’obbligo di coabitazione. Quindi, ciascuno dei coniugi può stare per conto suo, di giorno e di notte, senza essere accusato di abbandono del tetto (e del letto) coniugale. Inoltre, chi si separa non avrà più la comunione dei beni con il coniuge. Infine, i coniugi separati non hanno più l’obbligo di reciproca fedeltà. Tuttavia, resta il dovere di contribuire al bene della famiglia da parte di entrambi e quello di mantenere il coniuge più debole e la prole, che va istruita ed educata da entrambi i genitori.

Separazione di fatto

Ci sono dei coniugi che, per motivi economici o sociali, preferiscono restare sotto lo stesso tetto, ma condurre ciascuno la propria vita. In altri casi, ognuno va per conto suo ma, sempre per gli stessi motivi, si evita di ricorrere al giudice. È quella che si chiama separazione di fatto. Tuttavia, non è così semplice, da un punto di vista legale, voltare pagina facendo finta di non essersi mai incontrati. Infatti, la separazione di fatto non ha alcun valore giuridico su diritti e doveri di chi si separa; anzi, su di essi persiste il teorico obbligo di coabitazione e di fedeltà. L’abbandono del tetto coniugale e l’avvio di una nuova relazione sentimentale potrebbero essere portati dall’altro coniuge in tribunale in caso di separazione giudiziale. Inoltre, la separazione di fatto non fa decorrere alcun termine agli effetti di un futuro ipotetico divorzio.

Separazione consensuale

In caso di separazione consensuale i coniugi si impegnano in un accordo che definisce le questioni economiche e patrimoniali, oltre a quelle relative ai rapporti con i figli. I più importanti diritti e doveri di chi si separa consensualmente sono:

  • stabilire a chi attribuire la proprietà dell’auto;
  • stabilire il godimento in differenti periodi della casa in multiproprietà in capo ad entrambi i coniugi;
  • mantenere la locazione di un immobile per le vacanze, stabilendo come dividere le spese;
  • accordarsi per la vendita di determinati beni comuni e le regole per dividersi i ricavato;
  • decidere a chi resta l’animale domestico e in quale misura ciascuno dei due lo mantiene, nel caso conviva a     periodi con l’uno e con l’altro;
  • determinare l’importo dell’eventuale assegno di mantenimento;
  • raggiungere un accordo (vagliato da un giudice) sul mantenimento e l’educazione dei figli.

Gli effetti della separazione consensuale per i coniugi sono:

  • l’attenuazione del vincolo matrimoniale in attesa di un ripensamento o di un ulteriore passo avanti verso il divorzio;
  • il regime di separazione dei beni;
  • l’acquisizione dello status di coniuge separato (anche se la moglie può continuare ad usare il cognome del marito);
  • il divieto di risposarsi prima del divorzio;
  • il diritto all’eredità di un coniuge dall’altro;
  • il divieto di porre un addebito all’altro coniuge per quanto riguarda la separazione.
Separazione giudiziale

Se si vuole addebitare all’altro un’infedeltà, si dovrà optare per la separazione giudiziale (o legale). Ad essa si può arrivare per cause molto diverse: questioni impreviste e imprevedibili ai tempi del matrimonio, incapacità di rendere i due caratteri compatibili, oppure l’insorgere di situazioni che, secondo il codice civile, «rendono intollerabile la prosecuzione della convivenza o recano grave pregiudizio all’educazione della prole». In tali casi, è molto probabile che uno dei due coniugi si veda addebitata la responsabilità della separazione.

Al coniuge che si trova in carico l’addebito non spettano né i diritti successori, né quello al mantenimento, tranne il diritto a ricevere periodicamente quanto basta al sostentamento (gli alimenti). In quest’ultimo caso, se l’ex viene a mancare, il coniuge «addebitato e alimentato», può ricevere un vitalizio equivalente al valore dei beni ereditari, al numero degli eredi legittimari e non superiore alla prestazione goduta quando il coniuge obbligato era in vita. Inoltre, la separazione giudiziale dà diritto allo scioglimento del vincolo matrimoniale. Ciò non vuol dire avere gli stessi diritti dei coniugi divorziati: per questo occorrerà attendere 6 mesi dalla separazione consensuale e 1 anno dalla separazione giudiziale. Quindi, in caso di decesso di uno dei due, il coniuge che resta in vita conserva il diritto all’eredità. In pratica, se il coniuge separato ha un nuovo partner e muore, l’eredità va all’ex coniuge e ai figli.

Testamento, donazione ed eredità

Chi si separa può fare un testamento o una donazione alla persona con cui ha deciso di rifarsi una vita, purché rispetti la legittima che spetta all’ex moglie o ex marito e ai figli. Nel caso in cui il defunto separato non rispettasse questa regola, l’ex coniuge ed i figli (cioè i legittimi eredi) hanno 20 anni di tempo per pretendere dalla nuova fiamma ciò che non hanno avuto di diritto. Si può interrompere questo tempo di prescrizione presentando un atto stragiudiziale di opposizione alla donazione.

Tra i doveri di chi si separa c’è anche quello di riconoscere una parte dell’eredità ai figli nati da una successiva relazione. Il fatto che il ragazzo sia nato dentro o fuori dal matrimonio non fa alcuna differenza da un punto di vista legale.

 

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